Cultura: Libri
Storia della Filosofia Indiana
Autore/i: Tucci GiuseppeEditore: Laterza
pp. 450, Bari Prezzo: € 12,00
«La speculazione indiana, salvo poche correnti che stanno quasi a sé, non ha avuto fine in se stessa, non propone una spiegazione scientifica del mondo, non ha preso le mosse da un disinteressato desiderio di conoscere il mistero dell’Essere e della vita, non è stata guidata da puri motivi teoretici; ha cercato di conoscere che cosa sia l’io o di chiarire il rapporto fra quell’io e il supremo principio delle cose, di accertare se i due non siano la medesima cosa, e di preparare il terreno perché l’uomo, conoscendo, si salvi. In altre parole la speculazione si è data ad indagare come è causata e come si svolge la limitazione del tempo e dello spazio in cui siamo decaduti e a determinare quindi il modo o i modi di uscirne.» Giuseppe Tucci
Ancora oggi insuperata per chiarezza e completezza dell’esposizione, quest’opera resta la migliore introduzione al pensiero indiano. Dopo la presentazione delle principali scuole filosofiche dalle origini ai giorni nostri, Giuseppe Tucci prende in esame i temi e i problemi più rilevanti della tradizione speculativa e soteriologica indiana: la questione della conoscenza, l’analisi dell’io, del tempo e dello spazio, il rapporto con il divino, il linguaggio, l’esperienza estetica.
Presso Libreria Aseq- Roma
Cultura: Esposizioni
The last harvest
- Tipo - Esposizione
- Dove: Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
Viale delle Belle Arti 131, Roma
Ingresso per disabili - via Gramsci 73
Orari di apertura -martedì - domenica dalle 8.30 alle 19.30
(la biglietteria chiude alle 18.45)
Chiusura il lunedì
Costo dei biglietti- intero 10 €
ridotto 8 € - Data inizio - 29/03/2012
- Data fine - 27/05/2012
Descrizione dell'evento
La
Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, in collaborazione con la
Galleria nazionale d'arte moderna di New Delhi e l'Ambasciata Indiana a
Roma, dedicano una retrospettiva al celebre poeta indiano Rabindranth
Tagore (1861-1941). Il poeta, di cui si festeggia il centocinquantesimo
anniversario dalla nascita, è soprattutto noto in occidente per aver
ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1913.
La
mostra intende approfondire uno degli aspetti di questa poliedrica
personalità, la sua attività di pittore, in verità assai prolifica e
variegata. Saranno presentati al pubblico circa un centinaio di lavori
su carta, in prevalenza acquerelli ma anche pastelli e inchiostri, che
affrontano diversi temi e generi, dai ritratti ai paesaggi, alle figure
di animali reali e fantastici, eseguiti in uno stile personale,
fortemente evocativo, che introdurrà il pubblico alla molteplicità della
sua produzione che tocca gli ambiti più diversificati.
Rabindranath Tagore, (1861-1941) è una delle figure più carismatiche della
cultura indiana. Oggi, a 150 anni dalla nascita, la sua vasta produzione di opere,
in ambito musicale, letterario, artistico ed educativo continua a svolgere un ruolo
rilevante e attuale.
Il mondo intero lo ricorda come il primo poeta asiatico che vinse il Premio
Nobel per la letteratura nel 1913, a seguito della pubblicazione della traduzione
inglese della raccolta di poesie Gitanjali,Song Offerings nel 1912.
Tagore però non fu solo poeta ma anche romanziere, scrittore di racconti e opere
teatrali, saggista, compositore e pittore. Con i suoi scritti veicolò idee e riflessioni
che contribuirono a plasmare la letteratura e la lingua moderna del Bengala,
influenzando anche scrittori indiani provenienti da altre parti del paese. Le sue
opere possono considerarsi sperimentali e moderne anche per l’approccio
anticonvenzionale del loro autore.
Tagore ha lasciato un segno indelebile nella letteratura indiana riuscendo
sapientemente a fondere forme e immagini comprensibili sia all’Occidente che
all’Oriente, attraverso una mirabile sintesi di idee e concetti che fanno capo a
diversi campi del sapere. In tal modo Tagore contribuì anche allo sviluppo sociopolitico
ed economico dell’India, svolgendo un ruolo attivo nelle prime fasi del
Movimento di Liberazione del paese.
Nei suoi dipinti, così come nella poesia, Tagore ha sempre ricercato un
tema unificante, o “verità” universale, sorta di filo conduttore che caratterizza
tutte le sue creazioni.
Nonostante il tardo approdo alla pittura e al disegno, le sue opere figurative
rivelano una spontaneità e una sicurezza nell’uso del medium pittorico davvero
sorprendenti; così egli sembra far confluire in modo originale e personale le
suggestioni del variegato mondo della sua poesia nell’opera pittorica, creando un
contrappunto di elegante e raffinata sinestesia.
Quando le sue opere figurative furono esposte per la prima volta in India
suscitarono grande scalpore e furono fortemente criticate dai contemporanei.
Nonostante l’apprezzamento negativo dei suoi connazionali Tagore fu comunque il
primo artista indiano a esporre i suoi lavori, nel 1930, in Europa, Russia e Stati
Uniti, dove queste ultime ottennero grande successo e consenso.
Le opere e i materiali d’archivio esposti in mostra provengono
principalmente dall’archivio Rabindra Bhavana e dal Kala Bhavan Museum a
Visva-Bharati, Santiniketan, e vengono presentati per la prima volta in Italia,
dando così al pubblico l’opportunità di apprezzare la ricca raccolta di opere e di
scoprire Tagore come “pittore” .
La mostra è stata curata del Prof. R. Siva Kumar della Visva Bharati
University ed è stata realizzata sotto l’egida del Ministero della Cultura del
Governo dell’India. La National Gallery of Modern Art di New Delhi ha coordinato
gli eventi espositivi a Roma e nelle altre capitali europee sedi della mostra.
Maria Giuseppina Di Monte
(Commissario interno per la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
di Roma)
Catalogo:
The Last Harvest
Mapin Publisher, New Delhi, 2011
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