KOMBUCIA :LA MIA STORIA E LA SUA STORIA
Grazie a Laura, Christof e Frederic.
Per informazioni storiche più dettagliate
La cosa migliore è cominciare con due litri. Quando la coltura sarà cresciuta abbastanza e si sarà riprodotta, potrete produrre la bevanda in maggiore quantità.
6. – Se questa è la prima preparazione aggiungete il liquido avuto assieme alla coltura. Per le volte successive è necessario conservare sempre una certa quantità di preparato (che chiameremo liquido di partenza 'starter') per aggiungere circa un decimo (10%) della quantità di nuovo preparato che si andrà a produrre.
7. – Inserite la coltura viva di Kombucha nel liquido.8. – Coprire l'imboccatura del recipiente di fermentazione con una stoffa leggera del tipo di un tovagliolo o un panno di carta allo scopo di tenere lontani eventuali moscerini della frutta e altri inquinanti come polvere, polline ecc. Fissare il tovagliolo al bordo del recipiente con un elastico di grandi dimensioni o una fascia in maniera che nessun moscerino possa entrare. La stoffa deve essere sufficientemente porosa per permettere all'aria di circolare cosicché la coltura possa respirare, ma non abbastanza porosa da far passare i minuscoli moscerini.
9. – La fermentazione dovrebbe proseguire per almeno 8 - 12 giorni, a seconda della temperatura.
Più alta è la temperatura più veloce è la fermentazione. Il periodo di 8 - 12 giorni è puramente indicativo.La coltura di Kombucha ha bisogno di un luogo tiepido e tranquillo dal quale in nessun caso dovrebbe essere spostata. La temperatura del liquido non dovrebbe scendere sotto i 20°C e non salire sopra i 30°C (la temperatura ideale è di circa 23° - 27°C). La luce non è necessaria. La coltura lavora anche al buio, ma può invece essere danneggiata dall'esposizione diretta al sole. Un luogo ombreggiato è il più indicato.
Durante il processo di fermentazione lo zucchero viene convertito in gas (CO2), vari acidi organici e altri composti. E' la combinazione di questi processi che da alla bevanda al Kombucha Il suo gusto caratteristico.
L'infusione è dolce al principio, ma la sua dolcezza diminuisce man mano che lo zucchero viene trasformato. Allo stesso tempo si sviluppa un gusto acido come risultato dell'attività dei batteri, avviene così una transizione dal dolce all'aspro. Se si preferisce una bevanda leggermente dolce la fermentazione deve essere interrotta prima. Per ottenere un gusto secco o leggermente aspro la fermentazione può continuare più a lungo.10. – Quando il tè ha raggiunto il giusto grado di acidità (pH 2,7 - 3,2), a seconda del gusto personale, rimuovere la coltura con le mani pulite. Lavare la coltura con acqua fredda o appena tiepida. Riempire il recipiente con nuovo tè e aggiungere la coltura immediatamente rispettando la temperatura del tè.
Versare il preparato nelle bottiglie che vanno riempite fino all'orlo. Tenere un decimo (10%) come 'starter' per la prossima mandata. Tappare le bottiglie saldamente. Non penso sia necessario filtrare il liquido prodotto attraverso un panno. Una certa quantità di sedimento è normale. E' dovuta alla crescita di fermenti, I quali producono il gas presente nella bevanda. I fermenti sono riconosciuti come utili per l'organismo umano.
11. – Per avere la massima soddisfazione nel bere questa bevanda si dovrebbe lasciarla maturare per alcuni giorni ancora (minimo cinque giorni), dopo l'imbottigliamento. L'attività dei batteri viene bloccata a causa dell'imbottigliamento, perché privati dell'aria, mentre I lieviti continuano a lavorare. Se le bottiglie sono tappate fermamente il gas prodotto dall'attività dei lieviti non può uscire così da produrre una bevanda effervescente. Per questo alcuni giorni nella bottiglia sono sufficienti; la bevanda al Kombucha, comunque si manterrà per mesi. Non c'è da preoccuparsi, i lieviti termineranno la produzione di gas ad un certo punto. Mantenere le bottiglie in un luogo fresco.
12. – La bevanda ha un gusto gradevole, è effervescente, leggermente aspra e rinfrescante. Di norma si possono bere tre bicchieri al giorno, un bicchiere (100ml) la mattina a stomaco vuoto, il secondo bicchiere dopo un pasto nel corso della giornata e il terzo poco prima di andare a letto. Gustatevelo!
13. – Quando cominciate un nuovo processo di fermentazione non dimenticate di aggiungere al nuovo tè almeno il 10 % del liquido di una coltivazione che è già fermentata.Fonte:
link tradotto in italiano
Kombucha - Healthy Beverage and Natural Remedy from the Far East
By Günther W. Frank
ISBN 3-85068-337-0
Pubblicato da W. Ennsthaler, A-4402 Steyr, 1995
Dove trovare il libro di Günther.
Da una amica carissima e dalla sua famiglia ho ricevuto il primo Kombucha, sembra incredibile ma non è solo un fungo, come viene impropriamente detto, o un insieme di coltura di batteri, è qualcosa di più. Un antico rimedio risalente alla Cina del 200 A.C. La storia della medicina cinese attribuisce massima importanza alla ricerca di un elisir di lunga vita, che permettesse ai sovrani di regnare il più a lungo possibile, in ottima salute e con la massima autorita; mi viene il dubbio non sarà che Mr B. avrà iniziato già da ventanni a curarsi con il kombucha?;scherzi a parte in Cina si considera l'avanzare degli anni come un fatto importante da considerar di grande valore;
infatti mentre in Occidente diciamo “ho già 60 anni”, in Cina si dice “ho solo 60 anni”!Nella medicina Cinese si teneva in grande considerazione la coltura di piante crittogame (funghi, felci e muschi), che infatti noi oggi sappiamo essere fra le piante “più antiche”, cui attribuivano la proprietà di poter prolungare la vita. In particolar modo era molto valutato il fungo Ganoderma Japonicus (Fr. Lloyd) o “Divino Tsche” (Ling Tsche), che sembra fosse proprio il Kombucha, che ancor oggi è così chiamato in alcune regioni (vedi elenco dei sinonimi del Kombucha).Il procedimento del Kombucha verrà quindi tramandato dal Oriente all'Occidente , dove verrà studiato solo nel 1913 dallo studioso tedesco G. Lindau e da allora da famiglia in famiglia e tra amici. Ed è questa la considerazione che mi sento di fare sul senso del condividere e del tramandare le tradizioni, le conoscenze "i saperi", come un grande valore, che per la nostra "avanzata" società si è perso , ma che moralmente e per avanzare realmente dobbiamo recuperare, con la volontà pure di migliorare e di migliorarci, con una sano senso di condivisione e di supporto, di amicizia e onestà. Ed è sulla base di questi valori, che ho ricevuto il "bambino Kombucha"come viene simpaticamente chiamato quando si tramanda, da una "nuova" ma già cara amicizia, che profondamente e sinceramente mi ha donato, una parte del suo elisir perché io stessa ne avessi beneficio.Grazie a Laura, Christof e Frederic.
Per informazioni storiche più dettagliate
Procedura per la preparazione del Kombucha
La cosa migliore è cominciare con due litri. Quando la coltura sarà cresciuta abbastanza e si sarà riprodotta, potrete produrre la bevanda in maggiore quantità.
1. – Preparate il tè alla solita maniera. Per ogni litro d'acqua, mettete in infusione due cucchiaini (circa 5 g ) di tè nero o verde nell'acqua appena bollita. Si può utilizzare anche il tè in filtri. Lasciate le foglie di tè in infusione per 15 minuti. Il tè verde proviene dalla stessa pianta del tè nero e si distingue da esso principalmente per la sua lavorazione che non prevede la fermentazione. Medici Giapponesi hanno scoperto che il tè verde previene il cancro. Suggerisco di utilizzare il tè verde per la preparazione del tè al Kombucha. Se non si desidera utilizzare il tè classico o verde si può utilizzare un altro tè alle erbe.
2. – Eliminate le foglie di tè con un setaccio, o togliete le bustine dall'acqua.
3. – Aggiungete circa 70 - 100 g di zucchero per litro d'acqua nell'infuso filtrato prima che si raffreddi. Mescolate il tè affinché tutto lo zucchero si sciolga. 1 cucchiaio da tavola contiene circa 20g di zucchero.
4. – Lasciar raffreddare il tè zuccherato alla temperatura di 20° - 25°C (cioè fino a quando è appena tiepido). Fare attenzione perché la coltura muore se viene inserita in una soluzione nutriente troppo bollente.
5. – Quando il tè si è raffreddato versare la soluzione nel recipiente di vetro o porcellana o acciaio , il vetro è da preferire. Contenitori in metallo diversi dall'acciaio non sono da utilizzare perché gli acidi che si formano possono reagire con il metallo. Si possono usare anche materiali sintetici di qualità come ad esempio il polietilene (PE) o il polipropilene. Sono comunque da evitare contenitori fatti di PVC o polistirene.6. – Se questa è la prima preparazione aggiungete il liquido avuto assieme alla coltura. Per le volte successive è necessario conservare sempre una certa quantità di preparato (che chiameremo liquido di partenza 'starter') per aggiungere circa un decimo (10%) della quantità di nuovo preparato che si andrà a produrre.
7. – Inserite la coltura viva di Kombucha nel liquido.8. – Coprire l'imboccatura del recipiente di fermentazione con una stoffa leggera del tipo di un tovagliolo o un panno di carta allo scopo di tenere lontani eventuali moscerini della frutta e altri inquinanti come polvere, polline ecc. Fissare il tovagliolo al bordo del recipiente con un elastico di grandi dimensioni o una fascia in maniera che nessun moscerino possa entrare. La stoffa deve essere sufficientemente porosa per permettere all'aria di circolare cosicché la coltura possa respirare, ma non abbastanza porosa da far passare i minuscoli moscerini.
9. – La fermentazione dovrebbe proseguire per almeno 8 - 12 giorni, a seconda della temperatura.
Più alta è la temperatura più veloce è la fermentazione. Il periodo di 8 - 12 giorni è puramente indicativo.La coltura di Kombucha ha bisogno di un luogo tiepido e tranquillo dal quale in nessun caso dovrebbe essere spostata. La temperatura del liquido non dovrebbe scendere sotto i 20°C e non salire sopra i 30°C (la temperatura ideale è di circa 23° - 27°C). La luce non è necessaria. La coltura lavora anche al buio, ma può invece essere danneggiata dall'esposizione diretta al sole. Un luogo ombreggiato è il più indicato.
L'infusione è dolce al principio, ma la sua dolcezza diminuisce man mano che lo zucchero viene trasformato. Allo stesso tempo si sviluppa un gusto acido come risultato dell'attività dei batteri, avviene così una transizione dal dolce all'aspro. Se si preferisce una bevanda leggermente dolce la fermentazione deve essere interrotta prima. Per ottenere un gusto secco o leggermente aspro la fermentazione può continuare più a lungo.10. – Quando il tè ha raggiunto il giusto grado di acidità (pH 2,7 - 3,2), a seconda del gusto personale, rimuovere la coltura con le mani pulite. Lavare la coltura con acqua fredda o appena tiepida. Riempire il recipiente con nuovo tè e aggiungere la coltura immediatamente rispettando la temperatura del tè.
Versare il preparato nelle bottiglie che vanno riempite fino all'orlo. Tenere un decimo (10%) come 'starter' per la prossima mandata. Tappare le bottiglie saldamente. Non penso sia necessario filtrare il liquido prodotto attraverso un panno. Una certa quantità di sedimento è normale. E' dovuta alla crescita di fermenti, I quali producono il gas presente nella bevanda. I fermenti sono riconosciuti come utili per l'organismo umano.
11. – Per avere la massima soddisfazione nel bere questa bevanda si dovrebbe lasciarla maturare per alcuni giorni ancora (minimo cinque giorni), dopo l'imbottigliamento. L'attività dei batteri viene bloccata a causa dell'imbottigliamento, perché privati dell'aria, mentre I lieviti continuano a lavorare. Se le bottiglie sono tappate fermamente il gas prodotto dall'attività dei lieviti non può uscire così da produrre una bevanda effervescente. Per questo alcuni giorni nella bottiglia sono sufficienti; la bevanda al Kombucha, comunque si manterrà per mesi. Non c'è da preoccuparsi, i lieviti termineranno la produzione di gas ad un certo punto. Mantenere le bottiglie in un luogo fresco.
12. – La bevanda ha un gusto gradevole, è effervescente, leggermente aspra e rinfrescante. Di norma si possono bere tre bicchieri al giorno, un bicchiere (100ml) la mattina a stomaco vuoto, il secondo bicchiere dopo un pasto nel corso della giornata e il terzo poco prima di andare a letto. Gustatevelo!
13. – Quando cominciate un nuovo processo di fermentazione non dimenticate di aggiungere al nuovo tè almeno il 10 % del liquido di una coltivazione che è già fermentata.Fonte:
link tradotto in italiano
Kombucha - Healthy Beverage and Natural Remedy from the Far East
By Günther W. Frank
ISBN 3-85068-337-0
Pubblicato da W. Ennsthaler, A-4402 Steyr, 1995
Dove trovare il libro di Günther.
Menù di Capodanno
Aperitivo della casa
Metti
in infusione delle bacche di rosa canina (che sono mature nella stagione
invernale)
in acqua a temperatura ambiente, così che non
perdano il loro contenuto di vitamina C, e lasciale macerare per 6-8 ore. Fai un
centrifugato di carote e mele a cui aggiungere del succo d'arancia. Aggiungi il
liquido rosso ottenuto dall’infusione della rosa canina e a piacere un po’ di prosecco dei colli
trevigiani.
Puoi servire l’aperitivo con un oliva o abbellire i bicchieri con delle fette di aranciao di limone.
Polentina e
funghi chiodini
E’ un antipasto
molto tipico del bellunese. Utilizza preferibilmente della polenta Marano,
una varietà di mais coltivata in zona, molto tipica e buona, e dei funghi
chiodini.
La polenta viene servita morbida e calda e i funghi vengono
preparati, dopo essere stati bolliti,
in padella con dell’aglio e prezzemolo.
Vellutata di zucca e porri
Fai saltare la zucca e i porri tagliati a dadini in una pentola con un po’
di olio e sale,
lascia appassire bene e insaporire, poi aggiungi dell’acqua calda con del dado biologico. Metti una buona quantità di zucca, in modo che una volta passata al passaverdure rimanga una cremina bella e saporita. Alla fine puoi condire con un po’ di olio extravergine di oliva e servire con dei crostini.
Tagliatelle caserecce
alla crema di sesamo e miso
La pasta fatta in casa ha sempre una marcia
in più…
Lavora della farina di grano duro biologica con dell’acqua e un pizzico di
sal in modo
che venga un impasto bello sodo e lavorabile con le mani. Se non hai la macchinetta per fare la pasta con le sue trafile, puoi stendere l’impasto sottile con il mattarello sopra un tagliere infarinato, dove poterla tagliare in lunghe striscioline. Per il condimento: metti in un pentolino un cucchiaino testa di tahin (burro di sesamo) e fallo un po’ sciogliere sul fuoco lento, aggiungi alla fine 1 o 2 cucchiaini di miso e mescola bene tutto. Condisci la pasta appena cotta, mescola bene e ripassa 10 secondi il tutto sul fuoco: verrà una pasta squisita!
Scaloppine di seitan e limone
Taglia del seitan a fette piuttosto sottili e fallo macerare qualche minuto
con un cucchiaino di salsa di soia. In una padella a parte metti un po’ di olio e sale
e, se vuoi, uno spicchio di aglio tagliuzzato a pezzettini.
Lascia un pochino rosolare,
poi aggiungi mezzo bicchiere d’acqua e un po’ di
dado biologico e il succo di
mezzo limone. Aggiungi un cucchiaio di arrow root, oppure va bene anche della farina di riso, e mescola bene. Mettici le fette di seitan e lascia rosolare qualche minuto ..una delizia...
Polpette di
quinoa e lenticchie
Lessa
la quinoa ben lavata per circa 20 minuti in acqua e sale e le lenticchie
per circa mezz’ora, meglio con dell’alga kombu ammollata. Metti tutto nel frullatore con del sale, pepe, aglio, prezzemolo, carote e patate lessate. Aggiungi del pangrattato finché ti dà la possibilità di creare delle polpettine da friggere oppure passare in forno una decina di minuti, finché diventano un po’ croccanti.
Contorni misti
di stagione
E’ molto salutare che i prodotti usati siano quelli che fornisce la stagione
del momento:
per un cenone di capodanno, per esempio, è buonissima della verza ripassata in padella e condita con del dado biologico oppure con salsa di soia, oppure della zucca al forno, oppure radicchio in insalata con carote e finocchi, ecc. Dessert: torta tiramisù vegan Questa è una ricetta che ho ricavato dal libro “La cucina per la salute – le ricette di Kiental” in cui la crema viene preparata con dell’amasake (crema di riso fermentato) e del succo di mela limpido (oppure anche del latte di riso), al quale va aggiunto un pizzico di sale e dell’alga agar-agar sciolta in acqua e un pizzico di vaniglia naturale. Utilizza fette biscottate o biscotti senza zucchero, latte e uova da inzuppare in altro succo di mela (o anche caffè di cereali dolcificato) alternando uno strato di biscotti a della crema. Spolverizza lo strato di crema con del caffè di cereali solubile (o anche cacao amaro). Fai almeno due strati di biscotti e due di crema. Lascia raffreddare e servi il giorno dopo. |
Dal sito:http://www.vegan3000.info/
Links utili:
http://www.scienzavegetariana.it/
Zingiber officinale
Zenzero: dicono di lui
Molto apprezzato in cucina come spezia e dall'industria alimentare
come pregiato aromatizzante (con lo zenzero, ad esempio, si produce la
bevanda conosciuta con il nome di ginger ale, possiede anche interessanti proprietà medicinali.
In commercio si trova in forma di radice fresca o essiccata, ridotta in polvere o in forma di estratto. La polvere di radice di zenzero essiccata è in genere incapsulata e venduta in compresse di comoda assunzione. Non esiste ancora un consenso sul dosaggio, ma la maggior parte dei medici prescrive da 500 mg a 1000 mg di zenzero al giorno.
Zenzero: alleato di
Stomaco, intestino, cuore, apparato circolatorio.
Proprietà dello zenzero
Lo zenzero viene usato come antinfiammatorio e digestivo ed è tra i più efficaci medicinali antinausea e antivertigine. Con lo zenzero si possono trattare disturbi come il mal d'auto, il mal di mare, la nausea mattutina. Le sue proprietà anitemetiche
sembrano risiedere in effetti locali sulle partei dello stomaco e
dell'intestino. I principi attivi della pianta si concentrano tutti
nella sua radice: sostanze non volatili, coem i gingeroli, resine e
mucillagini. Nella medicina tradizionale dell'Estremo Oriente, lo
zenzero è impiegato nel trattamento dell'osteoartrite, dell'influenza,
come stimolante del cuore, come protettivo della mucosa gastrica.
Sapevate che
- In un recente studio americano, la polvere di zenzero è stata paragonata con un noto farmaco antiemetico, la metoclopramide,
e con un placebo per valutare l'incidenza della nausea e del vomito
post-operatori. Dall'indagine è emerso che delle 60 donne in attesa di
intervento chirurgico, il gruppo di quelle trattate con 1000 mg di
zenzero ha reagito esattamente come il gruppo delle donne trattate con
10 mg di metoclopramide.
Ricetta per il Natale
CUORI ALLO ZENZERO - GINGERHEARTS
INGREDIENTI
Per la pasta: 200 g di farina di frumento semintegrale; 120 g di burro; 100 g di zucchero di canna oppure 200 di miele ; 1 uovo; 2 cucchiaino di zenzero in polvere; 1 cucchiaino di lievito in polvere; 1 pizzico di sale marino integrale; farina per tirare la pasta; burro per ungere, 50 gr di farina carrube, 1 cucchiaio di cannella, 1/2 cucchiaio di chiodi di garofano in polvere, 1/2 cucchiaio di noce moscata.
Per la pasta: 200 g di farina di frumento semintegrale; 120 g di burro; 100 g di zucchero di canna oppure 200 di miele ; 1 uovo; 2 cucchiaino di zenzero in polvere; 1 cucchiaino di lievito in polvere; 1 pizzico di sale marino integrale; farina per tirare la pasta; burro per ungere, 50 gr di farina carrube, 1 cucchiaio di cannella, 1/2 cucchiaio di chiodi di garofano in polvere, 1/2 cucchiaio di noce moscata.
Per la glassa: farina di cocco e chiara d'uovo.
PREPARAZIONE
In una scodella montate il burro con lo zucchero e l’uovo, poi incorporatevi il sale marino integrale, lo zenzero, la farina semintegrale e il lievito. Lavorate bene fino a ottenere un impasto omogeneo e liscio che lascerete riposare coperto in frigorifero per 3 ore o nel freezer per meno di un'ora.
Trascorso questo tempo, stendete l’impasto sul piano di lavoro infarinato, tirando con il matterello una sfoglia di circa 5 millimetri. Con gli appositi stampini ricavate una cinquantina di biscotti a forma di cuore, disponeteli su una placca unta e metteteli in forno preriscaldato a 180 °C per una decina di minuti. A cottura ultimata, lasciateli raffreddare fuori dal forno e spalmateli con una glassa al cocco. (art. tratto dal sito cure naturali)
In una scodella montate il burro con lo zucchero e l’uovo, poi incorporatevi il sale marino integrale, lo zenzero, la farina semintegrale e il lievito. Lavorate bene fino a ottenere un impasto omogeneo e liscio che lascerete riposare coperto in frigorifero per 3 ore o nel freezer per meno di un'ora.
Trascorso questo tempo, stendete l’impasto sul piano di lavoro infarinato, tirando con il matterello una sfoglia di circa 5 millimetri. Con gli appositi stampini ricavate una cinquantina di biscotti a forma di cuore, disponeteli su una placca unta e metteteli in forno preriscaldato a 180 °C per una decina di minuti. A cottura ultimata, lasciateli raffreddare fuori dal forno e spalmateli con una glassa al cocco. (art. tratto dal sito cure naturali)
FELICE NATALE A TUTTI!
GHEE
GHEE
Cos’è ?
Il Ghee è un burro chiarificato prodotto dal comune burro non salato, dopo averlo scaldato a fuoco lento per eliminare la parte acquosa, le proteine e il lattosio. (Preparazione del Ghee). A temperatura ambiente appare moderatamente solido. Il colore è giallo, con tonalità più chiare o più intensamente dorate, secondo il contenuto di caroteni. Questo, a sua volta, dipende da quello che hanno mangiato le mucche. Anche nelle nostre zone, soprattutto nelle regioni di montagna, si fa uso di burro chiarificato (burro fuso), ma il metodo di preparazione indiano è più complesso e conferisce al burro proprietà salutistiche decisamente superiori
Il Ghee è un burro chiarificato prodotto dal comune burro non salato, dopo averlo scaldato a fuoco lento per eliminare la parte acquosa, le proteine e il lattosio. (Preparazione del Ghee). A temperatura ambiente appare moderatamente solido. Il colore è giallo, con tonalità più chiare o più intensamente dorate, secondo il contenuto di caroteni. Questo, a sua volta, dipende da quello che hanno mangiato le mucche. Anche nelle nostre zone, soprattutto nelle regioni di montagna, si fa uso di burro chiarificato (burro fuso), ma il metodo di preparazione indiano è più complesso e conferisce al burro proprietà salutistiche decisamente superiori
Composizione
Il Ghee è puro grasso al 100%. E’ ricco in acidi grassi saturi. Molti sono a catena corta, che normalmente il corpo utilizza velocemente per scopi energetici e quindi non immagazzina. Sono di facile assorbimento e digeribilità. La restante parte è costituita da acidi grassi monoinsaturi (27%) e acidi grassi polinsaturi (4-5%). Il grado d’assorbimento a livello intestinale è molto alto, circa il 96%, decisamente superiore al normale burro e a tutti gli altri grassi e oli.
Contrariamente alla propaganda della moderna e politicamente corretta dietologia, non bisogna temere nulla dai grassi saturi. Questi forniscono il 50% degli acidi grassi presenti nelle membrane cellulari. Senza di loro, la cellula non avrebbe la necessaria rigidità e non potrebbe sopravvivere, né funzionare adeguatamente. Le nostre cellule scelgono preferibilmente i grassi monoinsaturi e i grassi saturi da incorporare nella loro membrana. I grassi saturi, inoltre, sono fondamentali per la salute delle ossa, abbassano i livelli di Lp(a), un indicatore di rischio cardiovascolare, proteggono il fegato dai danni dell’alcol e altre tossine e sono necessari per l’utilizzo degli acidi grassi essenziali (omega-3 e 6). Il grasso che circonda il cuore è altamente saturo e il cuore stesso “si nutre” volentieri di questi grassi, soprattutto quando è sotto stress. L’acido stearico, grasso saturo presente anche nel Ghee, è uno dei suoi preferiti. Inoltre, gli acidi grassi a catena corta e media, questi ultimi presenti anch’essi nel Ghee, hanno importanti proprietà antimicrobiche intestinali. Un acido saturo a catena corta di estremo interesse che è presente nel Ghee è l’acido butirrico, che è in grado di impedire la trasformazione cancerogena delle cellule del colon. Infine, il Ghee contiene anche le preziosissime vitamine liposolubili (A, D, K, E) e l’acido linoleico coniugato, che ha dimostrato proprietà antitumorali.
Anche per quanto riguarda il colesterolo contenuto nel Ghee (8 mg per cucchiaino) non si deve temere nulla. Il consumo di Ghee a scopi e dosaggi terapeutici non influisce sui valori di colesterolo del sangue, come suggeriscono alcuni studi scientifici e la pratica clinica. In alcuni studi su animali, addirittura ha mostrato di ridurre le LDL (il colesterolo considerato “cattivo”). Questo effetto pare dovuto ad un aumento del flusso biliare che si verifica dopo il consumo di Ghee. Se poi è prescritto sulla base di una valutazione costituzionale (Vata, Pitta e Kapha), allora il problema davvero non sussiste. Ricordo che il colesterolo è di fondamentale importanza per la nostra salute. Dà forma e rigidità alle cellule e le rende più resistenti alle aggressioni microbiche. Fa parte della struttura dei recettori di membrana che servono per gli scambi d’informazioni e di sostanze tra le cellule e l’ambiente esterno. In particolare, è necessario per il funzionamento dei recettori della serotonina (sostanza legata alla sensazione di benessere) che si trovano nel cervello. Bassi livelli di colesterolemia sono stati associati a comportamenti violenti, aggressivi, a stati depressivi e al suicidio. Il colesterolo, inoltre, assolve ad indispensabili funzioni di riparazione tissutale. Senza un suo adeguato rifornimento, il corpo non può rimpiazzare le cellule danneggiate o invecchiate, rinnovare i capelli, le unghie, riparare ferite e i danni a livello muscolo-scheletrico. Il colesterolo ha anche dimostrato proprietà antiossidanti. L’ipercolesterolemia spesso indica che il corpo ha bisogno di maggiore colesterolo per proteggersi e riparare i danni operati dai radicali liberi più che essere una causa delle lesioni delle arterie, come la “Teoria Lipidica” vorrebbe farci credere. L’attuale mania di mangiare “scremato”, “senza colesterolo”, “magro” è un’idiozia tutta moderna, che non fa né bene, né aiuta a prolungare la vita.
Il Ghee secondo la Medicina Ayurvedica
Il Ghee è puro grasso al 100%. E’ ricco in acidi grassi saturi. Molti sono a catena corta, che normalmente il corpo utilizza velocemente per scopi energetici e quindi non immagazzina. Sono di facile assorbimento e digeribilità. La restante parte è costituita da acidi grassi monoinsaturi (27%) e acidi grassi polinsaturi (4-5%). Il grado d’assorbimento a livello intestinale è molto alto, circa il 96%, decisamente superiore al normale burro e a tutti gli altri grassi e oli.
Contrariamente alla propaganda della moderna e politicamente corretta dietologia, non bisogna temere nulla dai grassi saturi. Questi forniscono il 50% degli acidi grassi presenti nelle membrane cellulari. Senza di loro, la cellula non avrebbe la necessaria rigidità e non potrebbe sopravvivere, né funzionare adeguatamente. Le nostre cellule scelgono preferibilmente i grassi monoinsaturi e i grassi saturi da incorporare nella loro membrana. I grassi saturi, inoltre, sono fondamentali per la salute delle ossa, abbassano i livelli di Lp(a), un indicatore di rischio cardiovascolare, proteggono il fegato dai danni dell’alcol e altre tossine e sono necessari per l’utilizzo degli acidi grassi essenziali (omega-3 e 6). Il grasso che circonda il cuore è altamente saturo e il cuore stesso “si nutre” volentieri di questi grassi, soprattutto quando è sotto stress. L’acido stearico, grasso saturo presente anche nel Ghee, è uno dei suoi preferiti. Inoltre, gli acidi grassi a catena corta e media, questi ultimi presenti anch’essi nel Ghee, hanno importanti proprietà antimicrobiche intestinali. Un acido saturo a catena corta di estremo interesse che è presente nel Ghee è l’acido butirrico, che è in grado di impedire la trasformazione cancerogena delle cellule del colon. Infine, il Ghee contiene anche le preziosissime vitamine liposolubili (A, D, K, E) e l’acido linoleico coniugato, che ha dimostrato proprietà antitumorali.
Anche per quanto riguarda il colesterolo contenuto nel Ghee (8 mg per cucchiaino) non si deve temere nulla. Il consumo di Ghee a scopi e dosaggi terapeutici non influisce sui valori di colesterolo del sangue, come suggeriscono alcuni studi scientifici e la pratica clinica. In alcuni studi su animali, addirittura ha mostrato di ridurre le LDL (il colesterolo considerato “cattivo”). Questo effetto pare dovuto ad un aumento del flusso biliare che si verifica dopo il consumo di Ghee. Se poi è prescritto sulla base di una valutazione costituzionale (Vata, Pitta e Kapha), allora il problema davvero non sussiste. Ricordo che il colesterolo è di fondamentale importanza per la nostra salute. Dà forma e rigidità alle cellule e le rende più resistenti alle aggressioni microbiche. Fa parte della struttura dei recettori di membrana che servono per gli scambi d’informazioni e di sostanze tra le cellule e l’ambiente esterno. In particolare, è necessario per il funzionamento dei recettori della serotonina (sostanza legata alla sensazione di benessere) che si trovano nel cervello. Bassi livelli di colesterolemia sono stati associati a comportamenti violenti, aggressivi, a stati depressivi e al suicidio. Il colesterolo, inoltre, assolve ad indispensabili funzioni di riparazione tissutale. Senza un suo adeguato rifornimento, il corpo non può rimpiazzare le cellule danneggiate o invecchiate, rinnovare i capelli, le unghie, riparare ferite e i danni a livello muscolo-scheletrico. Il colesterolo ha anche dimostrato proprietà antiossidanti. L’ipercolesterolemia spesso indica che il corpo ha bisogno di maggiore colesterolo per proteggersi e riparare i danni operati dai radicali liberi più che essere una causa delle lesioni delle arterie, come la “Teoria Lipidica” vorrebbe farci credere. L’attuale mania di mangiare “scremato”, “senza colesterolo”, “magro” è un’idiozia tutta moderna, che non fa né bene, né aiuta a prolungare la vita.
Il Ghee secondo la Medicina Ayurvedica
Il Ghee è tenuto in somma considerazione nell’Ayurveda. E’ utilizzato nei cibi e nella preparazione di numerose medicine.
Energetica - Dolce, fresco e dolce. Pacifica soprattutto Vata e secondariamente Pitta ed è un po’ meno indicato per Kapha. Significa che i tipi Vata ne possono consumare di più dei tipi Pitta e questi ultimi di più dei tipi Kapha.
Proprietà - Tonico, emolliente, ringiovanente e antiacido. E’ nutriente e indicato soprattutto negli stati di debilitazione, consunzione e convalescenza. Facilità la digestione, l’assorbimento e l’assimilazione del cibo. Nutre il midollo, l’apparato riproduttore (ottimo nei problemi d’infertilità) e migliora la qualità di Ojas, l’essenza sottile dei tessuti dell’organismo, che governa l’intelligenza del corpo e della mente. Da Ojas non dipende solo il nostro benessere e la capacità di difenderci dalle aggressioni delle malattie fisiche, ma è ritenuto necessario per il pieno sviluppo delle nostre capacità mentali e spirituali.
Rafforza il cervello e il sistema nervoso ed è considerato un Rasayana (sostanza che allunga la vita) proprio perché agisce sul tessuto nervoso (Dhatu Majja) nutrendolo. Migliora l’intelligenza, la comprensione, la memoria, il potere della vista e anche la voce. Rafforza il fegato e i reni. E’ il miglior tipo di grasso per il corpo e in assoluto è il migliore per il fegato. Sana le ulcere gastrointestinali ed è indicato nelle coliti. Allevia la febbre cronica, i disordini del sangue ed è utile per la disintossicazione. Equilibra gli Agni o fuochi digestivi, da cui dipende la salute dei singoli tessuti e dell’intero organismo. Lubrifica il connettivo e rende il corpo più flessibile.
Esternamente è nutriente per la pelle e facilita la guarigione delle ferite. E’ lenitivo per gli occhi: ottimo per la vista debole, per la fotofobia e tutte le infiammazioni (da mettere direttamente sull’occhio). Applicato un poco nel naso nutre il cervello.
Preparazioni medicinali - Tradizionalmente, il Ghee viene mescolato a sostanze medicinali per aumentarne l’assorbimento a livello intestinale. E’ considerato anupana, cioè un “veicolo”. Infatti, le erbe amalgamate con il grasso del Ghee attraversano più velocemente e facilmente la barriera cellulare che è composta da un doppio strato lipidico. Il Ghee ha la capacità di trasportare le proprietà medicamentose delle erbe e minerali in tutti e sette i tessuti. Numerose sono le preparazioni ayurvediche a base di Ghee.
Energetica - Dolce, fresco e dolce. Pacifica soprattutto Vata e secondariamente Pitta ed è un po’ meno indicato per Kapha. Significa che i tipi Vata ne possono consumare di più dei tipi Pitta e questi ultimi di più dei tipi Kapha.
Proprietà - Tonico, emolliente, ringiovanente e antiacido. E’ nutriente e indicato soprattutto negli stati di debilitazione, consunzione e convalescenza. Facilità la digestione, l’assorbimento e l’assimilazione del cibo. Nutre il midollo, l’apparato riproduttore (ottimo nei problemi d’infertilità) e migliora la qualità di Ojas, l’essenza sottile dei tessuti dell’organismo, che governa l’intelligenza del corpo e della mente. Da Ojas non dipende solo il nostro benessere e la capacità di difenderci dalle aggressioni delle malattie fisiche, ma è ritenuto necessario per il pieno sviluppo delle nostre capacità mentali e spirituali.
Rafforza il cervello e il sistema nervoso ed è considerato un Rasayana (sostanza che allunga la vita) proprio perché agisce sul tessuto nervoso (Dhatu Majja) nutrendolo. Migliora l’intelligenza, la comprensione, la memoria, il potere della vista e anche la voce. Rafforza il fegato e i reni. E’ il miglior tipo di grasso per il corpo e in assoluto è il migliore per il fegato. Sana le ulcere gastrointestinali ed è indicato nelle coliti. Allevia la febbre cronica, i disordini del sangue ed è utile per la disintossicazione. Equilibra gli Agni o fuochi digestivi, da cui dipende la salute dei singoli tessuti e dell’intero organismo. Lubrifica il connettivo e rende il corpo più flessibile.
Esternamente è nutriente per la pelle e facilita la guarigione delle ferite. E’ lenitivo per gli occhi: ottimo per la vista debole, per la fotofobia e tutte le infiammazioni (da mettere direttamente sull’occhio). Applicato un poco nel naso nutre il cervello.
Preparazioni medicinali - Tradizionalmente, il Ghee viene mescolato a sostanze medicinali per aumentarne l’assorbimento a livello intestinale. E’ considerato anupana, cioè un “veicolo”. Infatti, le erbe amalgamate con il grasso del Ghee attraversano più velocemente e facilmente la barriera cellulare che è composta da un doppio strato lipidico. Il Ghee ha la capacità di trasportare le proprietà medicamentose delle erbe e minerali in tutti e sette i tessuti. Numerose sono le preparazioni ayurvediche a base di Ghee.
Ghee
medicati – Sono delle speciali preparazioni a base di Ghee e decotti di
erbe(*). Per esempio, il Brahmi Ghrita, che contiene Centella asiatica,
Calamo aromatico, Saussurea lappa, Convolvulus pluricaulis e Ghee ha
un’ottima azione sedativa e tonica per il sistema nervoso. Per i Ghee
medicati, possono essere usate anche le erbe della tradizione
fitoterapica occidentale. Per esempio, un Ghee medicato a base
d’Equiseto è indicato per l’osteoporosi e per i problemi di
mineralizzazione.
Ghee
invecchiato (Purana Ghrita) – Secondo l’Ayurveda il Ghee più potente è
quello invecchiato. E’ considerato “vecchio” dopo almeno un anno, ma ce
se non alcuni che hanno 10 e più anni e addirittura pare che in India
qualcuno custodisca gelosamente dei Ghee centenari. Un Ghee molto
vecchio è considerato capace di guarire qualsiasi malattia.
Il Ghee in cucina
Il Ghee in cucina
Il
Ghee è un ottimo grasso per cucinare, tiene bene le alte temperature e
non brucia come il burro. Infatti, ha uno “smoke point” (temperatura a
cui brucia) che si aggira sui 190.5°C (il burro = 176.6°C). Anche nella
cucina Ayurvedica è considerato un elisir di lunga vita e di giovinezza.
Preparato e utilizzato in modo corretto rafforza gli organi della
digestione e rende i cibi più digeribili, conferendo loro un sapore più
intenso senza alterarne il contenuto in vitamine e sostanze nutritive.
Inoltre il Ghee è il mezzo ideale per favorire l’assorbimento da parte
dell’organismo di vitamine liposolubili, minerali e oligoelementi.
Esistono numerose e gustose ricette a base di Ghee. Va molto bene per
friggere…decisamente da preferire rispetto agli oli di semi ricchi di
acidi grassi polinsaturi, che con le alte temperature si frammentano
facilmente in pericolosi radicali liberi. Altro che oli sani per il
cuore!
Conservazione
Il Ghee si conserva perfettamente per lunghissimo tempo, anzi, come ho detto, più invecchia, meglio è. Non è necessario tenerlo in frigo. Bisogna chiuderlo molto bene e tenerlo nella dispensa, lontano dalla luce. Ogni volta che se ne prende un po’, bisogna utilizzare sempre un cucchiaino perfettamente pulito e mai umido o bagnato.
Quanto assumerne
Conservazione
Il Ghee si conserva perfettamente per lunghissimo tempo, anzi, come ho detto, più invecchia, meglio è. Non è necessario tenerlo in frigo. Bisogna chiuderlo molto bene e tenerlo nella dispensa, lontano dalla luce. Ogni volta che se ne prende un po’, bisogna utilizzare sempre un cucchiaino perfettamente pulito e mai umido o bagnato.
Quanto assumerne
Il
Ghee aumenta il fuoco digestivo (Agni), che è un elemento fondamentale
per guarire e mantenere la salute. Tuttavia, troppo Ghee potrebbe avere
l’effetto opposto. E’ come per una lampada. Se immergete lo stoppino in
poco grasso, brucerà bene. Se invece lo inzuppate, allora si spegnerà.
In generale, potete consumarne 1 o 2 cucchiaini al giorno. Se avete dei
dubbi o qualche disturbo, è preferibile consultare un medico Ayurvedico.
Biologico è meglio
Nel Ghee di origine non biologica sono stati trovati residui di pesticidi, sebbene in quantità inferiore rispetto al burro normale. E’ un vero peccato che un così prezioso dono della natura venga inquinato da sostanze tossiche e potenzialmente cancerogene. Scegliete un Ghee biologico (organic Ghee) o, se lo fate da voi, usate sempre un buon burro biologico.
METODO DI PREPARAZIONE
Tempo di preparazione: 30 minuti
Ingredienti: 500 g di burro semplice non salato (se biologico è meglio N.d.R.)
In una pentola di media grandezza con fondo pesante sciogliete il burro a calore medio. Continuate a far cuocere sempre a calore medio, mescolando spesso. Il burro bollirà, sfrigolerà e schiumerà. Quando è quasi pronto, inizieranno a comparire coaguli bianchi che si separeranno dal Ghee e lo sfrigolio cesserà. Ci vorranno circa 15-20 minuti, non di più. Il Ghee diventerà chiaro-dorato ed emanerà un profumo di pop corn. Velocemente, toglietelo dal fuoco prima che bruci, cosa che può accadere molto rapidamente (se succede, incomincerà a schiumare nuovamente e diventerà marrone anziché color oro). Lasciate raffreddare. Il Ghee è il chiaro liquido dorato. Versatelo in un contenitore di vetro, filtrandolo con un un colino di metallo. Conservate a temperatura ambiente.
Osservazioni: se non cuocete il Ghee sufficientemente a lungo, può ammuffire, perché l'acqua non è evaporata tutta. Se lo fate cuocere troppo a lungo, ve lo farà sapere subito bruciandosi. Comunque, quando viene leggermente tostato, può rivelare un sapore gradevole. Alcuni esperti non tolgono la schiuma che si forma, perché contiene preziosi elementi medicamentosi; altri invece la tolgono.
Dopo averlo fatto una volta, è probabile che lo preparerete molte altre volte, poiché è semplice e non così difficile come potrebbe sembrare.
Biologico è meglio
Nel Ghee di origine non biologica sono stati trovati residui di pesticidi, sebbene in quantità inferiore rispetto al burro normale. E’ un vero peccato che un così prezioso dono della natura venga inquinato da sostanze tossiche e potenzialmente cancerogene. Scegliete un Ghee biologico (organic Ghee) o, se lo fate da voi, usate sempre un buon burro biologico.
METODO DI PREPARAZIONE
Tempo di preparazione: 30 minuti
Ingredienti: 500 g di burro semplice non salato (se biologico è meglio N.d.R.)
In una pentola di media grandezza con fondo pesante sciogliete il burro a calore medio. Continuate a far cuocere sempre a calore medio, mescolando spesso. Il burro bollirà, sfrigolerà e schiumerà. Quando è quasi pronto, inizieranno a comparire coaguli bianchi che si separeranno dal Ghee e lo sfrigolio cesserà. Ci vorranno circa 15-20 minuti, non di più. Il Ghee diventerà chiaro-dorato ed emanerà un profumo di pop corn. Velocemente, toglietelo dal fuoco prima che bruci, cosa che può accadere molto rapidamente (se succede, incomincerà a schiumare nuovamente e diventerà marrone anziché color oro). Lasciate raffreddare. Il Ghee è il chiaro liquido dorato. Versatelo in un contenitore di vetro, filtrandolo con un un colino di metallo. Conservate a temperatura ambiente.
Osservazioni: se non cuocete il Ghee sufficientemente a lungo, può ammuffire, perché l'acqua non è evaporata tutta. Se lo fate cuocere troppo a lungo, ve lo farà sapere subito bruciandosi. Comunque, quando viene leggermente tostato, può rivelare un sapore gradevole. Alcuni esperti non tolgono la schiuma che si forma, perché contiene preziosi elementi medicamentosi; altri invece la tolgono.
Dopo averlo fatto una volta, è probabile che lo preparerete molte altre volte, poiché è semplice e non così difficile come potrebbe sembrare.
ARTICOLO TRATTO DAL FORUM SALUTE NATURALE
Tisana Masala per 75ml di acqua
Da bere dopo la pratica
Mentre l'acqua bolle, preparare, a parte 20-30 grammi di zenzero, 3-4 semi di Cardamomo, 3-4 Chiodi di Garofano,un piccolo pezzo di cannella oppure un cucchiaino di quella in polvere.
Porre le spezie in un contenitore da 75 ml, e poi chiudere e lasciare in infusione per almeno 10 minuti.
Bere, ancora calda servendola in tazza, senza zucchero.
Per preparare il decotto si utilizza lo zenzero fresco, bisogna sbucciare alcuni cm di radice, tagliarli a pezzetti e metterli in un pentolino con dell’acqua.Mettere sul fuoco e portare ad ebollizione. Si lascia bollire 3-5 minuti, poi si filtra, e il decotto e pronto.
Si può bere sia caldo che freddo.
Tisana Masala per 75ml di acqua
Da bere dopo la pratica
Mentre l'acqua bolle, preparare, a parte 20-30 grammi di zenzero, 3-4 semi di Cardamomo, 3-4 Chiodi di Garofano,un piccolo pezzo di cannella oppure un cucchiaino di quella in polvere.
Porre le spezie in un contenitore da 75 ml, e poi chiudere e lasciare in infusione per almeno 10 minuti.
Bere, ancora calda servendola in tazza, senza zucchero.
TISANA ALLO ZENZERO
Vi siete mai preparati un infuso allo zenzero?
Si
si avete letto bene… perché lo zenzero oltre ad essere utilizzato in
cucina per preparare sfiziose ricette, può essere utilizzato anche per
fare un gustoso decotto.
Il sapore è strano assomiglia forse ad una tisana al limone con il peperoncino.
Lo zenzero è una spezia “calda”,
uno stimolante generale, che viene utilizzato in cina da migliaia di
anni. Alcuni lo consigliano per le digestioni lente, le gastriti, la
nausea, e il raffreddore, altri lo usano per alleviare i dolori
reumatici.
Si può bere sia caldo che freddo.
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